15/10/13 – Ghana – In campo contro i Faraoni, sognando i mondiali in Brasile

di AFRICA

 

“È la partita della vita” dice alla MISNA padre Stephen Antuah, poche ore prima del fischio d’inizio. Nello stadio di Kumasi, non lontano dalla casa dei Missionari d’Africa, questa sera Ghana ed Egitto si giocano la qualificazione ai Mondiali in Brasile.

“I biglietti – dice padre Stephen – sono introvabili da giorni: i più economici costano l’equivalente di 10 o 15 dollari, non poco da queste parti, ma per il Ghana si fa questo e altro”. Per vedere lo juventino Kwadwo Asamoah e i suoi compagni c’è anche chi ha speso 50 dollari. “I tifosi – dice il missionario – sperano in una vittoria rotonda che metta al riparo da brutte sorprese nella gara di ritorno, in programma a novembre”.

Il Ghana ha chiesto che la partita non si disputi al Cairo ma in campo neutro. La tesi è che i conflitti politici e sociali seguiti alla Primavera araba, sfociati nella strage allo stadio di Port Said del febbraio 2012, possano compromettere il regolare svolgimento della partita.

Problemi, questi, che oggi sembrano lontani anni luce. “A Kumasi le bandiere e le sciarpe con i volti delle Stelle nere sono dappertutto” dice padre Stephen, usando il nomignolo con il quale la nazionale è conosciuta da tutti. Come andrà a finire è difficile dirlo. Ai Mondiali del 2010 il Ghana sfiorò le semifinali, ottenendo il risultato migliore mai conseguito da una selezione africana. I Faraoni dell’Egitto, però, sono l’unica nazionale ad aver concluso i gironi di qualificazione a punteggio pieno. – Misna

 

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