07/11/13 – Nigeria – Delta del Niger, tra petrolio e menzogne

di AFRICA

 

Molto più dei sabotaggi pesa la fatiscenza degli oleodotti e degli impianti petroliferi delle multinazionali: un rapporto stilato da esperti locali e internazionali distribuisce in questi termini le responsabilità di incidenti che, con cadenza pressoché quotidiana, avvelenano la terra e i fiumi della regione del Delta del Niger.

Lo studio è frutto di sei mesi di sopralluoghi, analisi e inchieste coordinate dall’organizzazione non governativa londinese Amnesty International e dagli esperti nigeriani del Centro per l’ambiente, i diritti umani e lo sviluppo. “Senza alcun fondamento”, sottolineano i ricercatori, multinazionali come Royal Dutch Shell o Eni attribuiscono ad atti di sabotaggio o a episodi di criminalità guasti e incidenti conseguenza della mancanza di manutenzione di oleodotti o stazioni di pompaggio costruiti decine di anni fa. Secondo il rapporto, nel 2012 in una sola delle zone dove opera la sussidiaria locale di Eni le fuoriuscite di greggio sono state 474.

La situazione è aggravata dall’inadeguatezza di un sistema di indagini “congiunte” di fatto controllato dalle multinazionali. Secondo Styvn Obodoekwe, il direttore del Centro per l’ambiente, i diritti umani e lo sviluppo, “Shell non fa altro che dare la colpa ad altri e le sue inchieste si riducono quasi sempre in dossier sospetti”.

Il Delta custodisce circa il 90% del greggio della Nigeria, l’ottava potenza petrolifera mondiale. A pagare il prezzo dell’inquinamento, sin dall’intensificarsi delle attività di sfruttamento negli anni ’50 del secolo scorso, sono milioni di contadini e pescatori. – Misna

 

Condividi

Altre letture correlate:

Lascia un commento

Accetto la Privacy Policy

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.