03/07/13 – Mali – Presidenziali: confermate 28 candidature

di AFRICA

In tutto sono 28 i candidati confermati dalla Corte costituzionale maliana in vista delle presidenziali in agenda per il 28 luglio, mentre altri otto sono stati respinti dalla massima istituzione giuridica del paese. Tra le candidature che non sono state accolte c’è quella di Aminata Diallo Sidibé, professore all’Università di Bamako, militante ambientalista e presidente del Raggruppamento per l’educazione all’ambiente e allo sviluppo sostenibile (Redd) ed ex ministro dell’Istruzione, dell’Alfabetizzazione e delle Lingue nazionali. Nel 2007 è stata la prima donna nella storia politica del Mali candidata alle elezioni presidenziali, vinte da Amadou Toumani Touré. La Corte costituzionale ha spiegato l’esclusione di otto candidati – che hanno fino a martedì per fare ricorso – con il mancato pagamento della cauzione di 10 milioni di franchi Cfa (circa 15.000 euro) e l’assenza di patrocinio politico.

Sono state accolte tutte le candidature dei pesi massimi della vita politica maliana: tra questi ci sono i quattro ex primi ministri Soumaila Cissé, Ibrahim Boubacar Keita, Soumana Sacko e Cheikh Modibo Diarra. Ci sono anche personalità che hanno sostenuto la giunta militare che nel marzo 2012 ha destituito con un colpo di stato l’ex presidente Touré, tra cui Oumar Mariko, leader del partito Sadi. La corrente anti-putsch è invece rappresentata, tra gli altri, da Tiébilé Dramé, il mediatore del governo di transizione al potere a Bamako forte della sua recente mediazione con i tuareg di Kidal, conclusa con la firma di accordi di pace a Ouagadougou il mese scorso. C’è soltanto una donna tra i candidati: si tratta di Aissata Alassane Cissé, già deputata del Nord. In base al calendario la campagna elettorale verrà ufficialmente inaugurata domenica 7 luglio per concludersi il venerdì 26. Nel frattempo andrà avanti la consegna del certificato elettorale a più di 6,8 milioni di maliani, di cui decine di migliaia sono sfollati e rifugiati nei paesi vicini come conseguenza del conflitto dell’ultimo anno e mezzo nelle regioni settentrionali.

Nelle ultime ore sia il ministro dell’Amministrazione territoriale, il colonnello Moussa Sinko Coulibaly, che il capo della diplomazia maliana Tieman Coulibaly hanno confermato la data del 28 luglio, nonostante i dubbi espressi dal presidente della Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni), Mamadou Diamountani. Le principali incognite riguardano l’aspetto organizzativo e logistico – soprattutto la distribuzione dei documenti – il costo del processo – mancano 25 milioni di dollari – e l’insicurezza che permane nel nord, in particolare a Kidal. – Misna

 

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